Attacchi di panico: cosa sono e cosa NON fare per liberarsene.

Nel grande capitolo dell’ansia e dei suoi disturbi rientrano anche gli attacchi di panico. Un sintomo purtroppo molto diffuso, fortemente limitante nello svolgimento delle abituali attività quotidiane e tra le principali cause di richieste di aiuto professionale negli ultimi anni.
Hai mai avuto un attacco di panico?
Oppure, conosci qualcuno che ne ha mai avuto uno?
Non posso sentirti, ma sono quasi certa che la risposta è affermativa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2000 ha incoronato il panico come la più importante patologia esistente, dal momento che i dati riportano una sua incidenza sul 20% della popolazione mondiale.
COSA SONO GLI ATTACCHI DI PANICO
Il panico è la forma estrema della paura.
L’etimologia ci riporta indietro nel tempo associando il panico al dio Pan, il dio greco metà uomo e metà caprone.
A differenza degli Dei maggiori, Pan viveva nei boschi selvaggi dell’Arcadia e non sull’Olimpo. Nel tentativo di dare sfogo alla propria esuberanza sessuale, era il terrore delle ninfe che lo abitavano. Pan adorava inoltre spaventare i viandanti che per caso incrociava nei boschi, lanciando ululati terribili con il suo vocione poderoso.
Un personaggio sicuramente controverso, qualcuno con cui non ti piacerebbe certo avere a che fare. Esattamente come gli attacchi di panico.
Il senso comune vuole il panico come una forma di terrore improvviso, una paura incontrollata che spesso, senza ragione apparente, ti assale, come farebbe uno tsunami. Un evento imprevisto e imprevedibile, che arriva turbando la quiete che fino ad un attimo prima regnava nella tua vita.
COSA SUCCEDE – QUALI SONO I SINTOMI DI UN ATTACCO DI PANICO
Un attacco di panico si caratterizza per l’improvvisa comparsa di paura e di disagio, tanto intensi che raggiungono il loro picco in pochi minuti per poi risolversi.
Durante questo tempo, breve per l’orologio ma infinito nella percezione soggettiva di chi ne fa esperienza, compaiono alcuni sintomi tipici come: palpitazioni e tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, pressione al petto, nausea, vertigini, paura di impazzire e perdere il controllo, paura di morire.
Solitamente al primo attacco di panico nelle settimane e nei mesi successivi fanno seguito altri segni, come una persistente preoccupazione per l’insorgenza di altri possibili attacchi e un’alterazione spesso significativa delle proprie abitudini.
COSA FARE DURANTE UN ATTACCO DI PANICO
La prima reazione è quella di ricercare un aiuto medico, vista la natura prevalentemente fisica dei sintomi. Alcune persone si recano al pronto soccorso temendo per la propria salute, allarmante dall’intensità e dall’esordio improvviso dei sintomi. Altri aspettano che passi, per poi rivolgersi al proprio medico e/o richiedere visite specialistiche e scongiurare qualsiasi rischio organico.
Ma l’esito della visita è sempre lo stesso: “Non c’è nulla”.
E allora cosa fare quando il medico di PS o quello di famiglia ti rassicurano dicendo che si tratta di attacchi di panico, che il problema è “solo nella tua testa”?
Di solito le persone, nella speranza di liberarsi dagli attacchi di panico, mettono in atto alcune tentate soluzioni spontanee: ne parlano spesso con amici parenti e conoscenti, mettono in atto strategie di evitamento, richiedono aiuto per affrontare le situazioni potenzialmente pericolose, cercano di controllare le proprie reazioni fisiche.
Queste stesse modalità in realtà sono 4 cose da evitare se soffri di attacchi di panico:
1. Opta per il silenzio stampa. Quando ne parli inizialmente hai la sensazione di stare meglio, pensi di esserti sfogato e quindi liberato dal peso della paura, ma in realtà più se ne parla e più l’ansia cresce. È come gettare benzina sul fuoco.
Quindi, anche se so che è difficile, cerca di limitare e se possibile bloccare completamente questa modalità di azione. Non parlarne continuamente, non cercare di confrontarti con chi ne soffre o ne ha sofferto facendo il confronto dei sintomi e delle situazioni scatenanti.
Blocca assolutamente anche la ricerca di informazioni online e soluzioni fai da te.
2. Evita di evitare. La tendenza di chi soffre di attacchi di panico, o ne ha fatto esperienza anche solo in un’occasione, è quella di evitare tutte le situazioni in cui teme che il panico possa ripresentarsi. Per esempio, se hai avuto il tuo primo attacco di panico in metropolitana è probabile che tu abbia cercato modi alternativi per recarti a lavoro o andare a fare spese in centro.
Ma se eviti confermi che quella situazione è pericolosa e impari che non sei in grado di affrontarla. Quindi, se hai avuto un attacco di panico in metropolitana, e da quella volta non hai più messo piede in un vagone, non ti dico di tornare a fare lunghi percorsi da un giorno all’altro. Ma individua e inizia da piccoli passi, riprendendo piano piano il controllo della tua vita, senza lasciare il comando agli attacchi di panico.
3. Non appoggiarti agli altri. Lo so che è rassicurante e ti fa sentire anche supportato e amato, ma richiedere continuamente l’accompagnamento e l’aiuto delle persone care rischia a lungo andare di darti la conferma che da solo non sei in grado. È lo stesso meccanismo dell’evitamento.
Anche in questo caso, quindi, non ti dico di smettere di punto in bianco di chiedere aiuto, ma potresti iniziare da piccole cose: per esempio rinviare la richiesta di aiuto di qualche minuto o provare a fare qualcosa di piccolo in autonomia.
4. Non essere come un millepiedi. Smetti di controllare costantemente le tue sensazioni fisiche. Non ti aiuta, anzi rischia di amplificare il vissuto di ansia e agitazione.
Conosci la storiella del millepiedi?
“Un millepiedi aveva sempre camminato senza alcun problema per le sue terre. Un bel giorno passò di lì una formica curiosa e chiese al millepiedi come potesse riuscire a camminare così bene senza cadere: con tanti piedi per lei era un miracolo che non inciampasse in qualche ostacolo. Molto turbato da questa idea, il millepiedi cominciò a prestare attenzione a dove metteva ogni zampina, e in breve tempo non riuscì più a camminare”
Inoltre, suggerimento bonus: ripensa alle situazioni in cui, preda dell’ansia o del panico, sei riuscito da solo a superare quel momento. Come hai fatto? Sono sicura che hai già a disposizione delle risorse utili per gestire quel momento, per distrarti e riuscire a superarlo.
Parti da lì, da ciò che hai e conosci meglio.
Parti da te.
A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI ATTACCHI DI PANICO
C’è una buona notizia: il panico è un disagio frequente, ma è possibile liberarsene in tempi brevi.
Non avere assolutamente paura o vergogna se hai bisogno del supporto di una figura professionale.
Gli attacchi di panico sono molto diffusi. E proprio per questo noi professionisti della salute mentale abbiamo studiato a fondo questo fenomeno, messo a punto protocolli, strategie e varie modalità di intervento utili per aiutarti a liberarti da questo sintomo. In alcuni casi può essere utile anche un accompagnamento psicofarmacologico, ma ti suggerisco di confrontarti sempre prima con il terapeuta per valutare se è davvero necessario.
Grazie alle terapie brevi – soprattutto seguendo l’approccio strategico – è possibile risolvere il problema in pochi incontri. Solitamente sono sufficienti circa 10 sedute, iniziando a notare dei miglioramenti già dai primi colloqui.
Se hai bisogno di aiuto, parliamone. Puoi contattarmi compilando il form che trovi di seguito.