Le mamme sono tutte felici? Depressione post-partum e maternity blues

Il modo abituale di raccontare il periodo della gravidanza e, successivamente, quello del post-partum vuole la donna felice, appagata, competente e sempre pronta. Ma è davvero così? Le madri sono tutte felici? Ma soprattutto: è concesso sentirsi tristi, affaticate o deluse?
Risponderò subito: No. Le madri non devono essere per forza sempre felici e, sì, è lecito abbandonarsi alla stanchezza, ai dubbi o alla malinconia. Anche e soprattutto in questo momento di vita.
Diventare madre è una tappa delicata e faticosa nella vita delle donne che scelgono di intraprendere questo viaggio. Trovare il giusto equilibrio, tra sé e l’altro, tra lavoro e famiglia, tra svago e responsabilità richiede tempo, qualche errore e molta pazienza.
Con questo articolo mi soffermerò in particolare sulla possibilità di sviluppare una depressione nel periodo del post-partum. Se ti interessano altri approfondimenti sulla vita delle mamme e della famiglia scrivimi pure nei commenti, o contattami per richiedere un argomento specifico o per una domanda.
COS’È LA DEPRESSIONE POST-PARTUM
La depressione post-partum colpisce il 10-15% delle donne durante il primo anno di vita del bambino. Può manifestarsi subito dopo il parto, con una maggiore frequenza nei 4-6 mesi successivi alla nascita. È caratterizzata dalla presenza per almeno due settimane dei sintomi che caratterizzano un classico episodio depressivo maggiore, ma inscritti appunto nell’epoca perinatale con ideazione e sentimenti specifici rispetto al ruolo materno.
Tra i sintomi troviamo: umore depresso, perdita di piacere e interesse per le normali attività, variazioni della qualità e quantità del sonno, affaticabilità o mancanza di energie, senso di isolamento, sentimenti di colpa e di inutilità, bassa autostima e impotenza, ansia, difficoltà a concentrarsi, possibili pensieri di morte e/o progettualità di suicidio.
Le preoccupazioni che le donne possono presentare sono connesse come dicevamo in particolare al proprio ruolo materno e si manifestano come: la percezione di esser incapaci di prendersi cura del figlio, la paura e l’insicurezza nella gestione del bambino, sentimenti ambivalenti o negativi verso il figlio, percezione di isolamento dal contesto familiare.
Inoltre, alcune madri riportano pensieri o immagini intrusive ed ossessive rispetto a fare del male al loro bambino. I conseguenti sentimenti di colpa o di vergona possono portare la madre a non esprimersi con la famiglia e a non ricercare l’aiuto di professionisti.
La Depressione Post-partum si può manifestare a diversi livelli di gravità: lieve, moderata e grave.
Per ciascun livello di gravità cambiano le modalità di presa in carico, che va costruita e personalizzata tenendo conto anche dei fattori di rischio presenti in ogni specifico caso.
I principali fattori di rischio per lo sviluppo di una Depressione Post-partum sono:
- Storia psicopatologica pregressa
- Familiarità psichiatrica
- Storia di psicopatologia in gravidanza
- Precedente depressione post-partum
- Giovane età
- Recenti eventi di vita stressanti
- Complicanze: difficoltà durante il parto, nascita pre-termine, problemi di salute del bambino.
- Abuso di droghe /alcool
- Gravidanza indesiderata, non programmata o al contrario gravidanza a lungo ricercata con percorsi di PMA
- Mancanza di supporto sociale
- Relazione conflittuale con il partner
- Impossibilità ad allattare
- Livello socio-economico basso
DEPRESSIONE POST-PARTUM E MATERNITY BLUES
Depressione post-partum e Maternity blues sono due fenomeni affini che si distinguono tra loro principalmente per la durata e l’intensità dei sintomi. È bene conoscerli e distinguerli per avere un quadro chiaro delle situazioni che ci stanno a cuore.
Il Maternity blues è molto frequente, ha un’incidenza che varia tra il 50 e l’80% delle donne che hanno partorito. Ha un decorso transitorio e reversibile, determinato dalla brusca caduta dei livelli estroprogestinici, l’esordio è collocato nei primi 10-15 giorni dopo il parto e tende alla risoluzione spontanea in un tempo variabile da una settimana a 10 giorni.
I sintomi caratteristici del Maternity blues sono: un lieve calo del tono dell’umore, sentimenti di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo di madre, crisi di pianto, irritabilità, ansia, insonnia, disturbi dell’appetito, possono essere presenti sensazioni di irrealtà e un certo distacco e disinteresse nei confronti del bambino.
Nelle donne affette da maternity blues è stato riscontrato, rispetto alle madri non affette, un rischio di sviluppare depressione post-partum di 3.8 volte maggiore e un rischio di 3.9 volte maggiore di manifestare una patologia dello spettro d’ansia. È indispensabile quindi riconoscere le donne con maternity blues ed effettuare un controllo a distanza di un mese per valutare l’andamento dei sintomi e la loro evoluzione.
DEPRESSIONE POST-PARTUM E SVILUPPO DEL BAMBINO
Viene naturale domandarsi se ci sono, e quali possono essere, gli effetti della depressione materna sul bambino (ma anche sulla famiglia e sulla coppia genitoriale).
Una prima conseguenza immediata è un minore contatto tra madre e bambino. La tristezza, l’apatia e la perdita di interesse impediscono alle madri depresse di rendersi emotivamente disponibili per i loro bambini. Per questo, i primi mesi dopo il parto saranno caratterizzati da minore contatto oculare, distacco e interazioni prive di interesse tra madre e figlio.
Le ricerche hanno dimostrato che la depressione, in gravidanza o nel post-partum, può aumentare le probabilità che il figlio sviluppi problemi comportamentali ed emotivi nel percorso di crescita. Si tratta ovviamente di un semplice fattore di rischio, non c’è un nesso causale inevitabile. Degli effetti possono esserci ed è bene conoscerli, ma la cura, l’amore e l’attenzione di un contesto accogliente e nutriente per il bambino e la stessa madre possono prevenire che si manifestino dei problemi lungo il corso dello sviluppo.
COME AFFRONTARE LA DEPRESSIONE POST-PARTUM
Cosa fare e a chi rivolgersi in caso si riconoscano i sintomi della depressione post-partum?
Come aiutare una donna che temiamo possa andare incontro a depressione?
Facciamo una prima distinzione tra due momenti diversi: la prevenzione e la cura.
Per prevenire la depressione post-partum — e più in generale per creare un clima favorevole alla neo mamma — è essenziale giocare d’anticipo e costruire attorno a lei e al suo bambino una rete di sostegno e fiducia. Fondamentale ovviamente partire dal partner, coinvolgendolo attivamente nelle fasi di preparazione al parto e nei primi tempi del rientro a casa. L’obiettivo è quello di creare uno spazio in cui la donna possa dedicarsi totalmente all’ascolto e all’attenzione dei propri bisogni individuali e di quelli del piccolo, senza doversi occupare anche della cura della casa, dei pasti e delle spese. La parola d’ordine è aiuto pratico, con divieto assoluto di consigli non richiesti e giudizi.
Se invece sono già visibili i primi campanelli d’allarme è bene pensare subito ad uno spazio di cura per la donna. In questo caso è bene non improvvisare, ma rivolgersi a personale specializzato. Parlane con il tuo pediatra, con l’ostetrica e chiedi consiglio per la ricerca di uno psicologo nella tua zona, meglio se con una formazione ed esperienza nello specifico campo della psicologia perinatale.
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