Depressione post vacanze: come superare la Sindrome da rientro

Depressione post vacanze è la definizione data a quel mix di sensazioni spiacevoli che possono assalirci al rientro da un viaggio e complicare la ripresa delle abituali attività quotidiane.
Ogni anno la stessa storia: arriva il momento di riporre tutto in valigia e tornare alla solita vita. Un appuntamento inevitabile al termine delle vacanze che rischia – per alcuni – di trasformarsi in una fase particolarmente difficile da attraversare.
È doveroso specificare all’inizio di questo approfondimento che il termine depressione viene utilizzato in questo caso in maniera estensiva, poiché non si riferisce alla sua corretta definizione clinica.
La depressione è un disturbo del tono dell’umore, tra i più diffusi ed invalidanti sul piano sociale e lavorativo, caratterizzato da un preciso quadro sintomatologico che coinvolge aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali: umore basso, perdita d’interesse, disturbi del sonno e alterazioni dell’appetito, agitazione o rallentamento psicomotorio, mancanza di energia, autosvalutazione o sentimenti di colpa, difficoltà a concentrarsi, pensieri di morte – talvolta ideazioni suicidarie. Per la sua diagnosi è necessario che le suddette manifestazioni siano presenti per almeno due settimane e rappresentino un’alterazione rispetto al funzionamento precedente della persona. Questa sintomatologia così importante richiede un trattamento adeguato, psicoterapeutico e/o farmacologico.
COS’È LA DEPRESSIONE POST VACANZE
Un viaggio è l’occasione migliore per staccare la spina e per prendersi una pausa dalle responsabilità, dagli impegni, dai ritmi veloci e dalla monotonia della vita quotidiana. È per questo che una volta tornati a casa e a lavoro potremmo ritrovarci catapultati in una particolare situazione di sofferenza e disagio.
La fase post vacanza per qualcuno può essere davvero difficile da superare, tanto più se la vacanza è stata lunga e piacevole e se ci si mette di mezzo anche il jet lag ad intensificare i sintomi.
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La depressione post vacanza, anche detta sindrome da rientro, è una condizione di malessere – sia fisico che psicologico – lamentata da circa due persone su tre al rientro dalle vacanze (dati riportati nel 2018 dall’American Pyschological Association). I sintomi che la contraddistinguono sono emicrania, stanchezza e svogliatezza, mancanza di sonno, tensione, ansia, tristezza, malinconia e perdita di appetito.
Questi disturbi durano solitamente da pochi giorni a qualche settimana al massimo, per poi regredire spontaneamente.
Altre condizioni simili alla sindrome da rientro, associate ad un umore depresso che compare dopo un preciso periodo dell’anno o specifiche esperienze particolarmente piacevoli, sono: il blues post-natalizio, il monday blues (che fa capolino dopo il fine settimana) e il blues post-party (che si presenta dopo una festa divertente o un’esperienza di vita notturna molto intensa).
SINDROME WANDERLUST
Tra chi fa fatica a rientrare e riprendere la routine meritano una menzione speciale sicuramente loro: i viaggio-dipendenti, tutti coloro che sono affetti da un’inguaribile propensione al viaggio e che pur rientrando a casa hanno perennemente la testa altrove.
Wanderlust è il termine tedesco, composto dalle parole wandern (vagare, errare) e lust (desiderio), che si riferisce al desiderio irrefrenabile di vagabondare, partire verso nuove mete. Da qui nasce la cosiddetta sindrome del viaggiatore: l’incapacità a stare fermi in un sol posto e il desiderio di esplorare il mondo, organizzare sempre nuovi viaggi, scoprire posti nuovi e nuove culture, la disposizione verso le avventure.
L’origine di questa “patologia” pare risieda nel DNA.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour ha infatti dimostrato che circa il 20% della popolazione mondiale possiede il gene del viaggio, un recettore della dopamina D4 responsabile della passione per tutto ciò che è esotico e sconosciuto.
Se quando sei a casa ti senti spesso annoiato e insoddisfatto, se ti perdi spesso nei ricordi dei tuoi viaggi passati e controlli continuamente i prezzi dei voli per ripartire il prima possibile, allora è altamente probabile che tu faccia parte di questa fetta di popolazione. Per guarire non dovrai necessariamente programmare sempre lunghi viaggi verso mete lontane, basteranno anche piccole ma frequenti fughe fuori porta alla scoperta di posti mai visti prima.
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COME SUPERARE LA DEPRESSIONE DA RIENTRO
Come ti dicevo, la tristezza post vacanza svanisce da sola in un arco di tempo relativamente breve. Ma possiamo comunque adottare alcuni semplici accorgimenti per affrontare il rientro nel migliore dei modi.
Ecco allora tre suggerimenti da seguire per evitare che il ritorno in ufficio o all’università si trasformi in una tragedia:
1. Concediti dei momenti di relax: riprendi con calma, se puoi prenditi ancora qualche giorno di pausa in città prima di ritornare al solito tran tran. Affronta le giornate con lentezza e senza sovraccaricarti da subito di impegni. In questo modo aiuterai il tuo corpo e la tua mente ad abituarsi ai nuovi ritmi e alle nuove abitudini. Una buona strategia è quella di continuare a coccolarsi, riportando nella vita di tutti i giorni almeno una delle attività che durante le vacanze ti hanno reso felice e ti hanno aiutato a rilassarti.
Qualsiasi cosa sia, se ti fa stare bene perché rinunciarci durante l’inverno?
Può essere la lettura di un buon libro, l’aperitivo con gli amici a fine giornata, una passeggiata o il tempo dedicato a te stesso.
2. Programma qualcosa di importante: investi le tue energie in un nuovo progetto o in un vecchio sogno lasciato nel cassetto. Settembre è il momento giusto per smettere di procrastinare e lanciarti in un’avventura significativa che potrebbe trasformare completamente la tua vita.
Cosa c’è di meglio per motivarti a rientrare a casa?
E tra i tanti progetti tieni uno spazio anche per la ricerca del tuo prossimo viaggio!
3. Crea uno spazio per i ricordi: ricordare deriva dal latino re-cordari (da cor, cordis), cioè riportare al cuore, alla sede delle emozioni e della memoria. Per non dimenticare il tuo viaggio, le cose belle che hai visto e vissuto, ti consiglio di stampare le fotografie che hai realizzato durante quel periodo e creare il tuo personalissimo album dei ricordi.
Riguardarle quando ti senti triste e condividerle con amici e parenti può essere un buon antidoto alla malinconia.
Se la tristezza si prolunga oltre qualche settimana potrebbe essere utile parlarne con un terapeuta, probabilmente c’è qualche aspetto della tua vita quotidiana che richiede la giusta attenzione.
Se senti il bisogno di parlare della tua sindrome da rientro in uno spazio protetto e professionale, puoi contattarmi per prendere appuntamento compilando il modulo che trovi di seguito.