Diventare genitori: le parole per dirlo

Attorno all’evento nascita gravitano una serie di narrazioni, più o meno fantasiose, che spesso influenzano e condizionano i reali vissuti dei neo genitori.
Cosa vuol dire davvero diventare genitori, anche se tanto se ne parla tra gli esperti e tanto se ne scrive sui libri di psicologia, è qualcosa di realmente noto solo ai diretti interessati. Si tratta infatti di un’esperienza che varia in base alle individualità e ai contesti. Estremizzando, o forse dicendo semplicemente la verità, potremmo affermare che non esiste un genitore uguale ad un altro.
Cosa cambia davvero, diventando genitori, nella vita del singolo e per la coppia?
Perché la bellezza di diventare genitori spesso nelle riflessioni e negli approfondimenti oscura la consapevolezza della fatica e dei dubbi che questo momento porta con sé?
Diventare genitori equivale a diventare famiglia?
L’obiettivo è diventare bravi genitori? E se sì, cosa vuol dire e come ci si riesce?
Infine, ci sono differenze tra il diventare genitori per la prima volta o le successive? Tra il diventare genitori a 20 o a 40 anni? Tra diventare genitori adottivi o biologici?
Mi fermo, perché gli interrogativi sono tanti e potremmo andare avanti all’infinito.
Proviamo insieme a rispondere a queste domande conoscendo le parole più adatte per raccontare questo momento di vita così significativo.
DIVENTARE GENITORI: LE PAROLE PER DIRLO
SCELTA
In buona parte dei casi, quella di diventare genitori è una scelta.
Pur nascendo da un desiderio, questa decisione comporta comunque un certo grado di paura.
Qualcosa di sognato, sperato e ricercato ad un certo punto – spesso con fatica o dopo innumerevoli tentativi – diventa realtà. Ma a quel punto la gioia va a braccetto con mille paure, scatenate da qualcosa di ignoto e tanto idealizzato. Adesso tocca fare invece i conti con la realtà, affrontare le responsabilità che seguono quella scelta. È più che lecito essere spaventati e lamentarsi ogni tanto, non è detto che se hai scelto di intraprendere questa avventura tu non possa mai cedere alla stanchezza.
CAMBIAMENTO
“Un genitore nasce quando nasce un bambino” oppure no?
Diventare genitori non è un cambiamento automatico, uno scatto immediato che avviene quando il test di gravidanza risulta positivo o quando mamma e papà prendono per la prima volta in braccio il loro bambino. Diventare genitore è un cammino, un viaggio, lento accidentato e imprevedibile.
Un viaggio per cui ci teniamo pronti, senza sapere a che ora partirà il treno. È un processo graduale, di conoscenza e adattamento reciproco. Diventare genitore richiede tempo e pazienza, soprattutto per accettare l’incontrollabilità degli eventi e delle emozioni. E quindi, se durante la gravidanza o dopo l’incontro con il tuo bambino o la tua bambina ti senti fuori posto, impreparato o frustrato non giudicarti. Prendi il tempo di cui hai bisogno per conoscere e mettere in gioco questo nuovo aspetto della tua vita.
INSIEME
Non dimentichiamo che nel diventare genitori, la coppia affronta una serie di sfide e trasformazioni ed è messa altamente alla prova la sua tenuta e la capacità di condividere e collaborare.
Se possibile, diventare genitori insieme è meglio. Insieme vuol dire parlare e raccontare le paure le gioie e condividere domande e difficoltà. Insieme vuol dire essere compagni di avventura, ma mantenere e coltivare uno spazio per la dimensione a due.
Insieme vuol dire anche più di due, considerare e lasciarsi accompagnare in questo viaggio dalle famiglie d’origine e dagli amici. Lasciare che la rete attorno sostenga e aiuti quando c’è bisogno.
SBAGLIARE
Sbagliare è possibile, oltre che necessario.
Sbagliare si può e si deve, per scontrarsi con la realtà e per trovare modi nuovi e più funzionali per far fronte ai piccoli e grandi problemi quotidiani. Sbagliare, soprattutto all’inizio, è forse l’unica possibilità che mamma e papà hanno per capire come possono fare alcune cose e per conoscere davvero i loro piccoli. Per sbagliare sono necessari due ingredienti fondamentali: il tempo ed il silenzio. Il tempo che bisogna concedersi per vestire comodamente i panni di questo nuovo ruolo e il silenzio che deve accompagnare le scelte e i tentativi dei genitori. Questo vuol dire che la rete di sostegno, così importante, deve però adottare un atteggiamento accogliente e non giudicante nei confronti dei neo genitori.
Difendi e pretendi il sacrosanto diritto di sbagliare.
GENITORI SUFFICIENTEMENTE BUONI
La vita nuova arriva taciturna, dentro la vecchia vita. Arriva come una morte, uno schianto, qualcuno che spintona così forte, un crollo.
È una scrittura tanto precisa e netta da non lasciare dubbi né sfumature di senso, eppure non dà direzioni né mete.
La vita nuova irrompe come un vecchio che cade sul ghiaccio, un pensiero davanti a un muro, la sirena di un’ambulanza.
Non ci sono feriti né annunci di sciagura, solo noi da convincere a lasciar perdere il miraggio di una via rettilinea, di un orizzonte, lasciarsi curvare, piegare alla tenerezza delle anse del destino.
La vita nuova è come un grande tuono sbriciolato, poi a poco a poco l’erba si china sotto la pioggia, la prende, la beve.
(Chandra Livia Candiani)
La vita nuova arriva, travolgendo tutto e tutti. Senza preavviso e trascinando con sé novità e prove da superare. L’unico modo per farvi fronte è abbandonare l’idea di perfezione a cui, nell’attesa, abbiamo dato forma nella nostra mente.
Non esiste un manuale d’istruzioni per il bravo genitore ed è bene allontanarsi da chi ci propone una formula magica per vivere serenamente questo percorso.
In questo ci è di grande aiuto la teoria di Donald Winnicott, che teorizzò il concetto di madre sufficientemente buona: una madre che può liberarsi dal peso della perfezione e che sa accudire il suo bambino nella misura in cui, tra le sue azioni, sono contemplati anche l’errore e la frustrazione.
I genitori sufficientemente buoni sono capaci di rispondere in maniera creativa alle richieste e alle esigenze dei loro piccoli, adattandosi in maniera attiva alle diverse situazioni.
I bambini hanno il diritto di vivere in un mondo reale: autentico ed onesto. I genitori non devono fingere e sforzarsi di essere altro da ciò che sono. Non devono spingersi oltre i propri limiti per dimostrare qualcosa a qualcuno. L’errore permette ad entrambi, genitori e figli, di crescere e migliorarsi.
“Anche se il bambino possiede un potenziale innato per svilupparsi, senza una madre sufficientemente buona, che si prodiga nella cura del figlio, egli non sarà in grado di divenire una persona intera e indipendente”.
Ti ricordo che se stai vivendo una difficoltà legata al periodo perinatale o cerchi semplicemente uno spazio di confronto e riflessione puoi contattarmi e richiedere una consulenza online.
Compila il form di seguito e verrai ricontattata/o: