Essere felici da soli: single e contenti?

Essere single è bello. Così dicono alcuni. Altri invece affermano che non si possa essere felici da soli, che per sentirsi completi sia necessario avere qualcuno accanto con cui condividere la propria vita.
Entrambe le posizioni possono essere giuste, se accettiamo di prendere in considerazione differenti punti di vista senza esprimere giudizi. Per provare a trovare una risposta “oggettiva” al riguardo, alcuni ricercatori hanno condotto uno studio che ha messo a confronto il grado di benessere e felicità riferito da persone con differenti storie.
Saranno più felici i single o le persone sposate?
Vediamo insieme cosa hanno scoperto.
NON SI PUÒ ESSERE FELICI DA SOLI?
Il 7 luglio scorso sul Journal of Positive Psychology è stato pubblicato uno studio condotto dai ricercatori della Michigan State University. La ricerca ha coinvolto 7.532 persone con differenti tipi di relazioni, che sono state seguite dai 18 ai 60 anni per determinare chi riferiva di essere più felice giunti ad una fase avanzata della propria vita.
I partecipanti, suddivisi in tre gruppi, sono stati chiamati a quantificare la loro felicità basandosi sulla misura del Subjective Well-Being – il benessere soggettivo percepito. Il campione era così suddiviso:
1) un primo gruppo includeva persone sposate, in una relazione stabile e a lungo termine.
2) un secondo gruppo era composto da persone con “storie diverse“ come divorzi, nuovi matrimoni o convivenze, perdita del partner.
3) infine, il terzo gruppo era costituito da persone stabilmente single.
Il benessere soggettivo (SWB) indagato nello studio è una misura auto riportata di benessere, raccolta tramite un apposito questionario, sviluppata nel 1984 da Ed Diener. Il SWB descrive la qualità, auto percepita, della propria esistenza e comprende stati d’animo, emozioni e valutazioni cognitive di ciascuna persona nei confronti di aree generali e specifiche della propria vita. Tra i concetti compresi nel SWB è inclusa anche la felicità, il fattore preso in esame nella ricerca di cui stiamo parlando.
L’obiettivo di questo studio era quello di determinare se e in che misura le diverse esperienze in campo relazionale sono connesse al benessere soggettivo percepito nei cosiddetti “anni autunnali” della vita.
La ricerca ha portato ai seguenti risultati: il gruppo stabilmente sposato riportava punteggi solo leggermente più alti di benessere rispetto al gruppo dei single e a quello delle persone con storie diverse. Entrambi questi ultimi due gruppi non differivano in maniera significativa tra loro nella misura del benessere.
Quando ai partecipanti allo studio è stato chiesto di valutare la loro felicità su una scala da 1 a 5, il punteggio medio per coloro che erano nel primo gruppo, quello dei coniugati, era di 4 su 5. Su questa stessa scala di felicità, le persone single riportavano un punteggio medio di 3,8 su 5 e quelli con storie altre si collocavano in media ad un punteggio di 3,7 su 5.
Come è evidente, da un punto di vista statistico, le persone sposate non sono significativamente più felici delle persone con diverse storie coniugali.
“Ciò suggerisce che coloro che hanno amato e perso sono altrettanto felici, verso la fine della vita, di quelli che non hanno mai amato affatto.”
COME STARE BENE CON SE STESSI
Cosa possiamo imparare dai risultati di questo studio?
Innanzitutto che se desideriamo essere felici non dovremmo puntare tutto sulla ricerca di un partner che soddisfi i nostri bisogni e realizzi questo nostro sogno. Rischieremmo di essere delusi e frustrati scoprendo, magari avanti negli anni, che non era quella la strada più adatta a noi o, molto più semplicemente, che non possiamo delegare la responsabilità della nostra felicità al nostro compagno di vita.
Questo non vuole essere un invito o un inno all’individualismo e alla solitudine, ma anzi una spinta a ricercare il proprio modo per godere della vita e delle esperienze così da migliorare di conseguenza anche la qualità delle relazioni, amicali, d’amore e lavorative.
Gli stessi Chopik e Purol, tra gli autori dello studio presentato, sottolineano che se qualcuno non è incline ad avere una visione felice della vita, probabilmente sposarsi non gli garantirà comunque un alto livello di benessere.
“Se riesci a trovare la felicità e la realizzazione come persona, probabilmente ti aggrapperai a quella felicità, che ci sia o meno un anello al dito.”
È importante allora riuscire a superare la paura di rimanere soli e trovare invece il proprio modo per essere felici anche da single.
Potresti iniziare domandandoti cosa ti spinge a trascorrere del tempo da solo, come ti senti e cosa ti piace fare in quelle occasioni.
Del tempo per te, che tu sia impegnato in una relazione oppure momentaneamente single, può significare dedicarti ad attività che ti piacciono, ricaricarti e rilassarti dopo momenti stressanti e giornate faticose, stimolare la creatività ed entrare maggiormente in contatto con te stesso.
La persona con cui condividere la tua felicità probabilmente arriverà presto, magari attratta dalla tua energia e dal tuo entusiasmo! Inoltre, potrete arricchirvi reciprocamente grazie alle esperienze in solitaria di entrambi.
Ora tocca a te esprimere un parere: sei single o in coppia? Sei felice? E quanto la tua soddisfazione è connessa all’avere accanto un partner? Vorresti più tempo da dedicare alle tue passioni? Cosa faresti in quel tempo?
Fammi sapere cosa ne pensi di questa ricerca, se hai domande o richieste puoi contattarmi come sempre compilando comodamente il form che ti lascio qui di seguito: