Essere padre, emozioni e fragilità.

L‘educazione dei figli è, universalmente e transculturalmente, considerato un lavoro femminile. La ricerca sullo sviluppo dei bambini, seppure lentamente, si è posta sempre più domande sul ruolo dei papà arrivando a descrivere e confermarne la funzione altrettanto importante e necessaria nella crescita e nell’educazione dei figli.
A questo proposito, è interessante osservare come prima degli anni ’70 le differenze di genere nell’ambito della genitorialità erano un territorio in gran parte inesplorato nella ricerca psicologica.
Una ricerca condotta da Vicky Phares, dell’Università della Florida nel 2005, ha osservato che in otto importanti riviste di psicologia dello sviluppo, dal 1984 al 1991, soltanto l’1% dei 577 studi esaminati riguardava i padri; la coppia genitoriale era studiata nel 24% delle ricerche; il 48% degli studi riguardava le madri.
Un riesame di quelle stesse riviste da parte di Phares, dal 1992 al 2004, ha rilevato che il rapporto tra le varie tipologie di studi era rimasto quasi invariato.
Oggi vediamo come, nonostante non se ne parli ancora abbastanza, il ruolo del padre è centrale – quanto quello della madre – nello sviluppo dei figli. In particolare per quanto riguarda l’educazione alle emozioni dei bambini.
SUPEREROI O ESSERI UMANI?
Sentirci vulnerabili è una condizione inevitabile – anche se spiacevole – dell’esistenza di ciascuno di noi. Essere genitore mette madre e padre faccia a faccia con i propri difetti e le proprie debolezze, quotidianamente e ripetute volte al giorno.
Tuttavia, molti papà lottano per non mostrare la loro fragilità con i loro figli, in gran parte per ragioni che risalgono a vecchi ma ancora non superati stereotipi di mascolinità e virilità.
Secondo Michael Addis, professore di psicologia alla Clark University, è comprensibile sentirsi strani quando si infrangono le norme sociali e gli stereotipi sulla vulnerabilità e la sensibilità. Ma apportando alcune semplici modifiche al proprio stile di comunicazione – e accettare l’imbarazzo che la sensibilità comporta – può fare una grande differenza in senso positivo nelle dinamiche familiari.
Come mostrare la tua vulnerabilità con i tuoi figli, senza sentirti a disagio?
Ecco otto consigli:
1. CONDIVIDI LA TUA STORIA:
Condividere le tue esperienze e i tuoi ricordi con i tuoi figli può essere un ottimo modo per entrare in contatto più profondamente con loro.
“Alcune ricerche mostrano che i bambini delle famiglie in cui vengono condivise storie del passato sono più resilienti, più sicuri e capaci nella risoluzione dei problemi“
T.S. Krawiec
2. AMMETTI DI NON SAPERE:
Molti padri cadono nella trappola del “superuomo”, fingono di essere sicuri e capaci in tutte le situazioni per il timore di poter deludere i propri figli.
La prossima volta che tuo figlio ti farà una domanda sul compito di scienze, e tu ti sentirai impreparato su quell’argomento, prova a rispondere semplicemente “Non lo so“. Oppure dicendo “Non so come farlo“, quando ti chiederanno di provare insieme un sport per il quale non ti senti portato. E dopo aver ammesso di non sapere, prenditi del tempo per cercare le risposte insieme a lui e lei, rendendo questo piccolo “fallimento” un’opportunità per rafforzare il legame.
3. CHIEDI SCUSA
A nessuno piace avere torto, ma non ammettere i propri sbagli o le proprie mancanze può essere controproducente per tutto il sistema famiglia. Non dimenticare che sei un esempio, comportandoti in questo modo insegnerai ai tuoi bambini a fare lo stesso.
In più, questo atteggiamento metterà ulteriormente te sotto pressione costringendoti a mantenere il ruolo scomodo e irraggiungibile del “papà perfetto”.
4. EMOZIONATI
Un’altra pratica comune tra i papà è quella di nascondere le emozioni spiacevoli ai propri figli per “proteggerli”. Mostrare delusione, tristezza o rabbia senza parlarne apertamente, comporta il rischio di creare confusione. I tuoi figli potrebbero anche pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato e di essere quindi la causa del tuo malessere.
Molto meglio quindi condividere la tua preoccupazione e il tuo dolore con loro, sempre in maniera adeguata alla loro età e alla loro sensibilità. Parlare con loro di come ti senti aiuta i bambini a connettersi con te e, al tempo stesso, li incoraggerà ad aprirsi sui propri sentimenti.
5. OSSERVA
Osserva come stanno i tuoi figli, osserva le loro emozioni, riconosci ciò che mostrano e chiedi come stanno. Non cercare di cambiare l’emozione che il tuo bambino sta esprimendo se lo vedi in difficoltà, ma mostra invece comprensione e disponibilità ad ascoltare ed accogliere.
6. CHIEDI AIUTO
La nostra società rafforza il messaggio che chiedere aiuto è un segno di debolezza. Ma rifiutarsi di cercare il sostegno degli altri insegna ai tuoi figli che anche loro devono sempre farcela da soli e contare solo sulle loro forze.
Quindi, anche in questo caso, dai il buon esempio. Chiedi aiuto quando ne hai bisogno – pubblicamente – in casa, ad un amico, a dei professionisti. In questo modo dimostrerai ai tuoi figli che tutti, papà compresi, hanno bisogno di aiuto, amore e sostegno.
7. COMPRENDI
L’empatia è un modo importante per entrare in contatto con i tuoi figli. Comprendere i loro sentimenti farà sì che si sentiranno più connessi a te, si vergogneranno meno o saranno isolati nelle loro stesse esperienze.
Mostra più spesso ai tuoi figli che comprendi cosa stanno vivendo, dicendolo esplicitamente o anche solo sedendoti accanto a loro e prestando attenzione.
8. ACCETTA L’IMBARAZZO
A volte è inevitabile mostrare debolezza o condividere le tue emozioni spiacevoli, per questo potresti provare imbarazzo.
Accetta questa possibilità, accetta i tuoi sentimenti per quello che sono e non vederli come segno di qualcosa che non va.
All’inizio sarà strano e difficile, ma ad ogni piccolo passo diventerà più familiare e sarà piacevole percorrere la strada di una relazione intima e gratificante con i tuoi figli.
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Fonti:
https://www.fatherly.com/parenting/hunt-gather-parent-review/
https://www.fatherly.com/love-money/how-to-be-vulnerable-with-kids-advice-for-dads/