Il benessere psicologico degli operatori sanitari: come stanno i nostri eroi?

Quali sono le conseguenze della pandemia di Covid19 sul benessere psicologico del personale socio sanitario coinvolto in prima linea nella gestione dell’emergenza?
È innegabile infatti che gli operatori sanitari – così come quelli della protezione civile – sono tra le persone maggiormente esposte ai rischi della pandemia di coronavirus.
Nonostante l’arrivo del vaccino, infatti, la situazione dopo lunghi mesi è ancora altamente stressante per tutti gli operatori che prestano cure e assistenza ai pazienti contagiati.
I rischi sono legati alla salute fisica, ma non solo, e sono determinati da alcune condizioni scatenanti come i turni lavorativi prolungati, l’alto carico emotivo legato all’esposizione quotidiana alla sofferenza e alla morte, la preoccupazione di contrarre loro stessi il virus o di diventarne veicolo e contagiare parenti e colleghi.
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LA SALUTE MENTALE DEGLI OPERATORI SANITARI DURANTE LA PANDEMIA DI COVID19
Quali sono i segni più frequenti dello stress tra gli operatori sanitari?
Stanchezza fisica e psicologica, isolamento dal lavoro, cinismo, sentimenti negativi e ridotta efficacia professionale sono tra le conseguenze più immediate e diffuse che la pandemia da Covid-19 ha prodotto tra gli operatori sanitari.
Numerose ricerche hanno evidenziato che soprattutto medici, infermieri e personale ausiliario hanno sviluppato sintomi di stress post-traumatico, sintomi depressivi, insonnia e ansia. Le conseguenze della pandemia sulla salute mentale del personale sanitario sono quindi state da subito oggetto di interesse e indagine. Purtroppo, ad oggi però, visti i tempi relativamente brevi e l’alto grado di coinvolgimento ancora richiesto agli operatori nella lotta al coronavirus, non abbiamo a disposizione dati accurati.
Ma qualcosa in questa direzione inizia a muoversi.
Il Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità è stato infatti parte del comitato promotore dello studio “The COVID-19 HEalth caRe wOrkErS (HEROES)”.
Si tratta di un progetto di ricerca internazionale che ha coinvolto circa 40 Paesi in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di esplorare le difficoltà e i problemi incontrati dagli operatori sanitari durante l’emergenza coronavirus, supportare il loro ruolo e produrre indicazioni utili per indirizzare azioni e politiche di sostegno rivolte agli operatori stessi e alla riorganizzazione dei servizi.
Lo studio raccoglierà le esperienze di tutti i lavoratori dei servizi sanitari: medici e altri professionisti della salute, personale amministrativo, addetti alle pulizie, volontari del trasporto di utenti, ecc.
Ai partecipanti sarà chiesto di rispondere ad un breve questionario online.
Per partecipare in forma volontaria c’è tempo fino al 30 giugno 2020 collegandosi a questo link → https://heroescovid19study.org/survey/?it.
IL RISCHIO DI BURNOUT NEGLI OPERATORI SOCIO SANITARI DURANTE LA PANDEMIA
In particolare, l’emergenza sanitaria ha inciso enormemente sull’aumento del rischio di sviluppare la sindrome da burnout.
Il Burnout è la cosiddetta patologia della relazione di aiuto, a cui sono esposti i professionisti della salute.
Ma cosa si intende esattamente con il termine burnuot?
Letteralmente vuol dire bruciato, fuso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto recentemente il burnout come “una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”, caratterizzata da “senso di esaurimento o debolezza energetica; aumento dell’isolamento dal proprio lavoro con sentimenti di negativismo o cinismo e ridotta efficacia professionale”.
Tra i sintomi che la caratterizzano ci sono: mal di testa, ansia e depressione, disturbi del sonno, aggressività e irritabilità, isolamento. Può essere inoltre anche un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie come l’ipertensione, malattie cardiache o diabete di tipo 2.
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COME TUTELARE IL BENESSERE DEGLI OPERATORI SANITARI
Nell’attesa che l’emergenza passi – o che almeno venga contenuta – se sei un sanitario e stai vivendo in prima linea l’emergenza ti lascio alcune indicazioni utili per prevenire o gestire gli effetti della pandemia sul tuo benessere psicofisico:
1. Innanzitutto ricorda che il riposo e le pause sono fondamentali per garantire il recupero dell’energia fisica e mentale e per mantenere buoni livelli di performance lavorative durante i turni.
2. Ascoltati, riconosci i tuoi sentimenti e comunicali. Parla di come ti senti con le persone care, confrontati con i colleghi. Le tue emozioni non sono strane o sbagliate, anzi potresti scoprire che la tua paura o la tua stanchezza sono le stesse di chi ti sta accanto.
3. Abbi cura di te, delle relazioni e degli spazi di svago. Nonostante i ritmi frenetici e le preoccupazioni, cerca di mantenere sempre del tempo dedicato alla normalità e a ciò che ti fa sentire bene.
4. Riconosci i tuoi limiti. Stai facendo tutto il possibile, ma purtroppo sai bene che non sempre è possibile vincere. Questo virus ci ha colto di sorpresa e con violenza. Dopo mesi ne sappiamo ancora troppo poco ed è naturale che qualche volta le cose non vadano come vorremmo. Purtroppo, alcuni pazienti perderanno la loro battaglia, ci sarà qualche collega contagiato. Sarai stanco e avrai voglia di mollare.
Accetta tutto questo, non puoi controllarlo ed impedirlo.
5. Non avere paura o vergogna di chiedere aiuto. In caso di necessità è fondamentale rivolgersi ad un professionista. Se hai bisogno puoi contattarmi per email o telefonicamente: clicca qui per maggiori dettagli.
E infine vi prego, smettiamola di chiamarli Eroi.
Sono uomini e donne, con limiti, paure e fragilità.
Ringraziamoli sì, riconosciamo il loro grande impegno nella tutela del nostro diritto alla salute e non carichiamoli ulteriormente di grandi responsabilità.
FONTI