La Sindrome dell’Impostore: la paura di non meritare il successo

Nel 1978 le due psicologhe americane Pauline Clance e Suzanne Imes teorizzarono la Sindrome dell’Impostore. Questo termine è utilizzato per descrivere quella diffusa condizione psicologica caratterizzata dall’incapacità di accettare i propri successi, anche a dispetto dei riconoscimenti ottenuti.
Gli “impostori” sono quindi persone convinte di non meritare ciò che hanno.
Di solito spiegano le loro conquiste facendo riferimento a fattori esterni, come la fortuna o il tempismo, oppure ancora spiegandole come frutto di un inganno o della sopravvalutazione da parte degli altri.
COS’È LA SINDROME DELL’IMPOSTORE
E COME RICONOSCERLA
Le due psicologhe della Georgia State University parlarono per la prima volta di Sindrome dell’Impostore presentando uno studio condotto su 150 donne di successo. Durante le sessioni di psicoterapia individuale, le partecipanti riferivano di non essere soddisfatte della propria carriera, professionale o accademica, nonostante ci fossero sotto gli occhi di tutti degli evidenti e innegabili ottimi risultati.
“Persone che pensano di non essere intelligenti, capaci o creative, nonostante l’evidenza di risultati molto alti; persone altamente motivate a raggiungere degli obiettivi e che nello stesso tempo vivono nel timore di essere scoperte e smascherate come truffatori.”
Queste donne erano convinte di non essere sufficientemente intelligenti, di aver ottenuto il successo per caso o per inganno e di conseguenza temevano di poter essere scoperte da un momento all’altro.
La Sindrome dell’Impostore non rientra in nessuna categoria diagnostica, ma è una condizione caratterizzata da ansia generalizzata, perdita di fiducia in sé stessi, depressione e frustrazione per non riuscire a raggiungere gli alti standard di performance auto-imposti.
A soffrirne sembrano essere in larga parte donne e chi inizia un nuovo percorso, come per esempio i neo laureati. Ma anche le minoranze, sociali e culturali, sembrano essere esposte a questo rischio. I dati riportati dalla rivista Psichology Today riferiscono di un’incidenza del 70% sulla popolazione americana.
LE POSSIBILI CAUSE
Vista la diffusione capillare del fenomeno, la psicologia negli ultimi anni se ne è sempre più interessata e numerosi studi hanno tentato di definire quali sono le possibili cause alla base di questa situazione.
In sintesi, l’origine della Sindrome è da ricercare nelle aspettative sociali.
Due in particolare sembrerebbero essere le situazioni familiari che, più spesso, concorrono ad offrire terreno fertile a questa dinamica.
– Da un lato contesti in cui il ricorso al confronto e alla svalutazione è all’ordine del giorno: il piccolo impostore quotidianamente posto in una situazione di paragone con qualcuno sempre più capace di lui impara presto a riconoscersi nel ruolo che gli si attribuisce. Lui è quello incapace, il poco intelligente. Col tempo finirà per crederci e sarà convinto di dover fare sempre di più per riuscire a dimostrare che gli altri si sbagliano sul suo conto. Punterà sempre più alla perfezione, ma non raggiungendola confermerà le voci sul suo conto. È un incapace e pertanto non merita i suoi successi.
– Dall’altro, un contesto in cui la persona viene fortemente idealizzata è altrettanto nocivo. La famiglia non fa altro che ripetergli quanto è perfetto e superiore agli altri, in grado di riuscire al meglio in ogni campo. E così il futuro impostore, scontrandosi con la realtà della vita fatta di ostacoli e fallimenti, quando a scuola si confronterà con i compagni e più avanti con i colleghi, finirà per dubitare degli elogi che continuerà a ricevere e che penserà di non meritare.
COME USCIRNE
Quali sono i rimedi contro la Sindrome dell’Impostore?
“Il paradosso dell’impostura era che più tempo e più impegno mettevi nel cercare di far colpo sugli altri o di affascinarli, meno sorprendente o affascinante ti sentivi dentro: eri un impostore. E più ti sentivi un impostore, più ti sforzavi di offrire un’immagine sorprendente o piacevole di te stesso per evitare che gli altri scoprissero che razza di persona vuota e disonesta eri per davvero.”
David Foster Wallace – “Good old neon”
Innanzitutto è bene individuare ed evitare quattro comportamenti che alimentano e mantengono in piedi la situazione:
1. Lavoro duro e diligenza permettono sicuramente di ottenere buoni risultati, ma confermano l’idea di non valere e di doversi sempre sforzare per riuscire nei propri obiettivi. Dunque: sì all’impegno, ma occhio a quando l’asticella della soddisfazione è troppo alta!
2. Nascondersi ed essere poco autentici, evitare cioè di svelare le proprie opinioni e la propria sensibilità, mostrarsi agli occhi degli altri così come loro ti desiderano e garantendoti così la loro approvazione.
3. Usare il proprio fascino per ricevere le attenzioni e il riconoscimento di figure influenti, forse in un primo momento potrebbe funzionare e portare ai risultati sperati. Ma ben presto una voce dentro di te potrebbe dirti che ce l’hai fatta solo perché hai usato questo trucchetto e non perché vali davvero.
4. Nascondere le tue capacità, questo vale in special modo per noi donne. Ahimè, nella nostra società essere indipendenti ed orientate al successo continua ad essere visto ancora come qualcosa di sbagliato e mortificante per la femminilità. Credersi e mostrarsi meno brillante è allora uno stratagemma adottato da alcune per proteggersi dal possibile rifiuto.
COME GUARIRE DALLA SINDROME DELL’IMPOSTORE
Ecco cinque suggerimenti pensati per affrontare la Sindrome e imparare a godere dei tuoi successi:
1. Accetta i complimenti, con un semplice “Grazie” che fa bene a te e a chi lo riceve. Non cercare scuse o giustificazioni: se qualcuno si complimenta con te accetta la possibilità che lo meriti.
2. Tieni traccia dei tuoi successi, per ogni importante obiettivo raggiunto ripercorri a ritroso la strada che hai intrapreso per arrivarci. Cosa hai fatto? Quanti e quali passi hai compiuto per arrivare così lontano? Quali ostacoli hai superato? Quali competenze hai messo in gioco? Non dimenticare ciò che hai fatto per arrivare dove sei oggi.
3. Coltiva le tue relazioni, crea una rete di affetti e persone fidate su cui poter contare nel momento del bisogno e ai quali affidarti nelle difficoltà. Chiedere aiuto non fa di te un incapace, ma dimostra che hai consapevolezza dei tuoi limiti e delle tue difficoltà.
4. Stop al perfezionismo, accetta di avere paura ogni tanto, accetta il rischio di fallire e i dubbi quando ti assalgono. Non devi per forza essere sempre al 100%, non sei perennemente sotto esame.
5. Individua un mentore, trova una persona di spicco nel settore in cui vuoi avere successo e mettiti nella condizione di imparare. Chiedi consigli, studia, osserva il suo percorso. Prendi ispirazione e lentamente, con i tuoi tempi e i tuoi modi, raggiungi la cima della montagna.
Se nonostante questi suggerimenti senti che la percezione di non meritare ciò che hai continua a provocarti disagio e sta limitando la tua crescita puoi considerare l’ipotesi di parlarne con uno psicologo. La terapia individuale e quella di gruppo si sono dimostrate entrambe efficaci nell’affrontare con successo questa situazione, aiutando le persone a divenire consapevoli delle loro rappresentazioni erronee.