Nascita pretermine: emozioni e conseguenze per genitori e neonato.

Si definisce parto pretermine, o prematuro, un parto il cui travaglio ha luogo tra la 22ª e la 37ª settimana di gestazione.
Ogni anno nel mondo sono circa 15 milioni i bambini che nascono prematuramente. In Europa rappresentano il 6% delle nascite e nei paesi in via di sviluppo addirittura il 12%.
La prematurità rappresenta la principale causa di morte nel periodo neonatale e la seconda causa di tutte le morti entro i 5 anni d’età.
Ogni anno, il 17 novembre, si celebra la Giornata Mondiale del Prematuro che in questo 2020 – segnato dal distanziamento e dalla paura anche nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale dove i piccoli sono ricoverati – sembra assumere un significato ancora più profondo.
“In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri, il 7% del totale, dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle gravide che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati aggiornati al 27 luglio 2020).
Nel nostro Paese, nonostante gli importanti progressi compiuti negli ultimi anni, sostenuti con forza dalla Società Italiana di Neonatologia, che hanno portato all’apertura H24 di moltissime TIN e all’adozione di pratiche assistenziali come la Kangaroo Mother Care, il ruolo terapeutico del contatto con la famiglia fin dalle primissime epoche di vita non è ancora ottimale.
Tutte le ultime evidenze scientifiche documentano, invece, come la separazione precoce dal genitore costituisca uno stress per il bambino, con effetti negativi a breve e a lungo termine”.
Fabio Mosca – Presidente della SIN

CONSEGUENZE DELLA NASCITA PRETERMINE NEL BAMBINO
Il “contenitore materno”, che protegge il piccolo durante la gravidanza, in caso di nascita pretermine si rompe in maniera improvvisa. Il neonato subisce una brusca separazione dalla madre, entra improvvisamente in un mondo che non gli appartiene e viene messo in incubatrice, talvolta intubato e alimentato attraverso via parenterale.
Il neonato pretermine viene ricoverato in TIN, dove è sottoposto quotidianamente ad interventi diagnostici e terapeutici più o meno invasivi. Alla condizione clinica si aggiunge anche un vissuto più o meno intenso di isolamento emotivo.
Questa condizione generale è percepita come dolore.
Il neonato è infatti sufficientemente attrezzato neurologicamente per recepire gli stimoli dolorosi, ma al contempo non è ancora in grado di esprimere e gestire queste sensazioni. Può solo comunicarlo attraverso il pianto.
Il neonato sente dolore, ma questo può essere lenito se viene accolto e compreso dall’adulto.
È per questo che nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale viene promossa la presenza attiva e partecipe dei genitori, come parte integrante e fondamentale del processo di cura e guarigione del piccolo.
“Lo stimolo più importante che raggiunge il feto da parte della madre anche ai fini della comunicazione post natale è la sua voce, con lo specifico tono, timbro e musicalità”
Mancia
Ma quali sono le conseguenze di una nascita pretermine sullo sviluppo del bambino?

La nascita pretermine può determinare nel neonato complicazioni a livello cerebrale e/o alterare lo sviluppo di alcuni organi e apparati.
Le conseguenze sullo sviluppo cognitivo riguardano fino al 13% dei neonati con un peso alla nascita <1 kg e fino al 20% dei neonati con peso alla nascita <750 grammi.
Queste problematiche sono evidenti soprattutto nei primi mesi e anni di vita.
Mentre alcune difficoltà tendono a rientrare col tempo, altre persistono e possono determinare delle limitazioni più o meno gravi nel corso della vita, influenzando per esempio le capacità di apprendimento o le performance lavorative.
I bambini nati prematuri hanno inoltre una maggiore probabilità di sviluppare psicopatologie rispetto ai bambini nati a termine e nei primi mesi di vita mostrano tratti caratteriali particolari. Appaiono meno adattabili e regolari, più irritabili e distraibili rispetto ai neonati nati a termine.
Alcuni studi hanno evidenziato che i bambini nati prematuri tendono ad avere prestazioni peggiori in molti test cognitivi e mostrano una maggiore incidenza di ADHD (Disturbo da deficit di attenzione iperattività). Si riscontra anche una maggiore incidenza di comportamenti internalizzanti – come ansia, depressione e ritiro – ed esternalizzanti – come aggressività, deficit di concentrazione, impulsività ed iperattività.
Alla base di queste problematiche sembrerebbe esserci un deficit dell’attenzione.
L’ipotesi è che che le complicanze mediche legate alla prematurità insieme ai fattori ambientali, come lo stress vissuto durante il ricovero, interagiscano influenzando negativamente lo sviluppo cerebrale di questi bambini, in particolare di quelli nati estremamente pretermine (Perlman, 2001).
Fortunatamente numerose ricerche evidenziano di contro quali sono i fattori che possono influire positivamente sullo sviluppo del bambino, mediando gli effetti di una nascita pretermine e agendo come protezione:
- il grado di stress sperimentato dai genitori.
- la sensibilità e gli stimoli forniti dai genitori durante lo sviluppo.
- le condizioni socio-economiche della famiglia.
La nascita pretermine secondo questi studi non è l’aspetto determinante, ma SOLO UNO dei fattori implicati nei successivi esiti cognitivi e comportamentali.
Solo quando la nascita pretermine è associata ad altri fattori di rischio – di tipo medico, sociale o relazionale – aumenta il rischio di uno sviluppo problematico.
GLI EFFETTI PSICOLOGICI DELLA NASCITA PRETERMINE SUI GENITORI
La nascita di un bambino pretermine rappresenta per i genitori l’interruzione di un progetto generativo.
La nascita prima del tempo può dare al padre e alla madre la sensazione che sia interrotto il loro sogno di creare una famiglia. È naturale provare sentimenti come delusione, rabbia. Ma soprattutto paura, smarrimento, dolore.
È per questo che è necessario accompagnare la coppia in questa nuova fase, supportandoli emotivamente e praticamente. Permettergli ad esempio di familiarizzare con il reparto, con gli operatori, aiutarli a scoprire i suoni e i dispositivi presenti attorno al loro bambino.
E soprattutto incoraggiarli e sostenerli alla scoperta di quel corpo così piccolo e indifeso.

Il padre è quasi sempre il primo a vedere il bambino, mentre la madre è ancora ricoverata. In un primo momento farà quindi da portavoce e poi accompagnerà a sua volta la madre al momento del primo incontro con il piccolo.
Va sottolineato che in questa situazione non è solo il bambino a non essere ancora pronto, anche i genitori vivono bruscamente e con difficoltà il passaggio dalla condizione di attesa alla nascita improvvisa. E questo ovviamente può avere delle conseguenze sulla loro vita psichica.
I genitori prematuri vivono una condizione fortemente stressante, caratterizzata da vissuti di impotenza, paura della morte, rabbia e frustrazione.
Le mamme e i papà di bambini prematuri hanno una probabilità maggiore di sviluppare una sintomatologia depressiva post partum (tra il 32 e il 50% per le madri) o ansiosa (fino al 30%) rispetto ai genitori di bambini nati a termine. Anche il Disturbo Post Traumatico da Stress è frequente, con un’incidenza del 10% fino a 14 mesi dopo il parto.
Cosa protegge i genitori in questa situazione di forte disagio emotivo?
Le mamme e i papà dei piccoli prematuri riescono a fronteggiare lo stress e a gestire in maniera efficace le difficoltà legate a questa esperienza se posso fare affidamento su:
- il supporto del personale sanitario durante il ricovero, che stimola un maggiore coinvolgimento dei genitori nella cura e nelle pratiche di accudimento del piccolo per sviluppare così da subito una buona relazione con il figlio.
- il supporto di una ampia e stabile rete sociale, che fornisca sostegno materiale ed emotivo alla coppia.
- una buona relazione tra i partner.
- lo scambio con altri genitori di bambini prematuri, per condividere l’esperienza in uno spazio in cui poter essere compresi pienamente.
- risorse personali di gestione dei problemi.

Se leggendo questo articolo hai ricordato momenti legati alla nascita di tuo figlio o se stai vivendo oggi questa esperienza puoi contattarmi tramite il form.
Mi farebbe piacere conoscere la vostra storia o poterti essere di supporto.
FONTI:
– https://www.sin-neonatologia.it/
– “Il neonato in terapia intensiva. Un modello neuropsicoanalitico di prevenzione”, Romana Negri – Raffaello Cortina Editore (2012).
– “Psicologia clinica perinatale. Dalla teoria alla pratica”, Rosa Maria Quatraro, Pietro Grussu – Erickson editore (2018).