Il senso del tempo: tra percezione, gestione e ritmo interiore.

Parlare di tempo in psicologia – e del suo significato – vuol dire toccare delle corde emotive molto delicate e mettere in gioco l’unicità delle percezioni di tutti noi. Non è facile definire cosa sia il tempo. Lo è ancora meno declinarlo dal punto di vista psicologico. Ognuno fa la propria esperienza.
Discutere del tempo vuol dire oscillare tra il qui ed ora e la memoria, la noia ed il desiderio. Il tempo in psicologia è la dimensione umana per eccellenza, quella che dona valore alla quotidianità e scandisce il nostro processo di crescita.
IL CONCETTO DI TEMPO IN PSICOLOGIA
Il concetto di tempo in psicologia è più complesso di quello che potremmo immaginare e la sua trattazione richiederebbe ben più di un singolo approfondimento. Il tempo entra nella teoria e soprattutto nell’esperienza pratica, quella quotidiana e quella clinica. Il tempo in psicologia si fa ricordo del passato e diviene memoria; scandisce le fasi di vita; ci racconta dei traumi vissuti.
Il tempo permea la psicologia, perché è il ritmo dell’esistenza di ogni uomo.
Ma – provando a darne una definizione – quando parliamo di psicologia del tempo, cosa intendiamo?
Mi riferisco qui alla teoria psicologica chiamata Psicologia del Tempo (o Approccio Temporale) ideata dal professore Phil Zimbardo. Secondo lo psicologo statunitense, ciascuno di noi possiede un Profilo Temporale, cioè un particolare atteggiamento nei confronti del tempo, che lo orienta del mondo, guidandone scelte, comportamenti e decisioni.
Zimbardo ha elaborato un questionario apposito per misurare il tipo di rapporto che abbiamo con il tempo e comprendere così se siamo più orientati al Passato, focalizzati sul Presente o sul Futuro.
Il profilo temporale restituisce un fermo immagine dello stile cognitivo emotivo e motivazionale della persona. Descrive il modo in cui, in maniera più o meno consapevole, effettuiamo delle scelte, il nostro stile di pensiero e i nostri comportamenti abituali. È un profilo mutevole che varia nel corso del tempo e subisce l’influenza delle esperienze di vita.
Le dimensioni temporali, e i relativi profili, che vengono analizzate e poi descritte dal questionario di Zimbardo sono le seguenti:
1. Persone orientate al cosiddetto passato positivo: quelle cioè che si concentrano e ritornano spesso con la memoria ai “bei vecchi tempi”. Sono persone che conservano il ricordo di un passato in cui si stava bene, forse addirittura meglio di oggi.
2. Persone orientate invece al passato negativo: che guardano con atteggiamento negativo al passato concentrandosi su ciò che è andato storto e vivono spesso di rimpianti e recriminazioni.
3. Persone orientate al presente edonistico: vivono il momento, ricercano il piacere e le novità. Il loro motto potrebbe essere “Cogli l’attimo!”.
4. Persone orientate al presente fatalistico: ovvero coloro i quali pensano che la loro vita sia già scritta e per questo sentono di avere poco o quasi nessun controllo su quanto gli accade.
5. Persone orientate al futuro: quelli che fanno progetti e si fidano delle loro azioni.
6. Infine ci sono persone orientate al futuro trascendente: che trascurano la vita presente perché convinti che la vita dopo la morte sia più importante di quella che si sta vivendo.
Leggendo queste poche indicazioni cosa te ne pare? Sei riuscito ad individuare quale potrebbe essere il tuo profilo? Ovviamente le descrizioni qui sono semplificate ed estremizzate per esigenze descrittive, ma ti senti affine ad uno di questi tipi? E soprattutto: questo atteggiamento temporale come influenza la tua vita e le tue giornate?
Facci caso, puoi scoprire aspetti importanti di te conoscendo il tuo atteggiamento nei confronti del tempo. Potrebbe essere anche un interessante punto di partenza per un lavoro di crescita personale.
LA PERCEZIONE DEL TEMPO PSICOLOGICO
Ma perché il tempo scorre ad una velocità diversa per ognuno di noi?
Ti faccio un esempio.
Sei seduto al tavolino di un bar per un incontro che durerà esattamente 1h d’orologio. Gli scenari possibili però sono diversi:
- Sei con il tuo datore di lavoro, dal quale ti senti giudicato e messo sotto pressione, per discutere della realizzazione di un importante progetto aziendale.
- Oppure sei con la tua più cara amica, che vuole raccontarti alcune belle novità della sua vita dopo lunghi mesi senza incontrarvi.
- O ancora, sei con un gruppo di nuovi amici con i quali non ti senti ancora particolarmente a tuo agio.
- Ultima ipotesi, sei con il tuo nuovo partner per trascorrere la pausa pranzo insieme prima di ritornare ognuno al proprio ufficio.
Pensi che quell’ora passerà allo stesso modo in tutti i casi citati? O invece che – in base al valore dato alla situazione, al legame con l’altra persona e alle emozioni suscitate dagli argomenti trattati – ciascuna di queste situazioni verrà percepita diversamente su un piano temporale?
In alcune situazioni il tempo ti sembrerà volare e sarà troppo poco. Come quando sei in vacanza e ti sembra di dover rientrare troppo presto a lavoro. In altre ti sembrerà un’eterna tortura, dalla quale vorrai solo sfuggire il prima possibile. Come in un pomeriggio passato a fare qualcosa di noioso, verso il quale non provi alcun entusiasmo. Solo tu puoi sapere quali saranno queste occasioni.
La percezione del tempo è un processo soggettivo, che risente di diversi fattori. Età, cultura, contesto, aspettative ed emozioni influenzano profondamente il modo in cui ciascuno di noi percepisce una medesima esperienza in termini temporali.
La percezione del tempo non è un dato oggettivo ma è l’esperienza individuale e concreta del modo in cui viviamo il nostro tempo, e il significato unico che attribuiamo al suo scorrere.
C’è una differenza sostanziale tra il tempo cronologico, che è universale e scandito dall’orologio e dai calendari, e il tuo tempo interiore, il tempo psicologico che segue regole e ritmi unici e adattati alla tua storia.
IL SENSO DEL TEMPO
Il senso del tempo, ovvero il valore che ciascuno di noi attribuisce al tempo in un’ottica psicologica e non puramente cronologica, dipende fortemente da caratteristiche individuale ma anche culturali.
La società ci condiziona in maniera consapevole e inconsapevole anche quando parliamo del rapporto col tempo. Ci sono alcune credenze fortemente radicate nella nostra cultura, che trovano modo di diffondersi ed essere tramandate attraverso alcune tipiche espressioni che permeano il nostro linguaggio quotidiano.
Così ad esempio c’è un “momento giusto” per fare le cose che spesso viene dettato solo ed esclusivamente dalla nostra età. Qualcuno ha deciso qual è il tempo giusto per trovare un lavoro, sposarsi, fare dei figli. Assecondando un ipotetico “orologio biologico”, prima che sia “troppo tardi”. E tutto questo indipendentemente dai nostri reali desideri.
E non dimentichiamo che “Il tempo è denaro” e pertanto non va sprecato, a qualunque costo. Bisogna essere produttivi, sempre attivi e non fermarsi mai. Ma in tutto questo che fine fanno il nostro benessere e la nostra serenità?
Il valore del tempo in psicologia è ancora una volta diverso dalla concezione che la nostra cultura ha oggi del tempo. La psicologia ci insegna infatti che il Tempo è diverso per ognuno di noi.
Il tempo è lo spazio entro cui cresciamo e per farlo abbiamo la necessità di ascoltarci, lasciarci qualcuno o qualcosa alle spalle, accettarci, riconoscere e affrontare le nostre paure. E per tutto questo non possiamo avere fretta, ma dobbiamo progredire un passo alla volta. Senza tappe prestabilite a priori.
LA GESTIONE DEL TEMPO
Quando parliamo di gestione del tempo intendiamo la capacità di organizzare in maniera efficace e produttiva questa risorsa così importante. Sia nel campo del lavoro, ma anche e soprattutto in senso più generale nelle nostre giornate. Ad esempio equilibrando in maniera sana il tempo da dedicare al lavoro, alla famiglia e allo svago.
Ciò che conta prima di ogni altra cosa nella gestione sana del tuo tempo è la capacità di riconoscere e rispettare il tuo ritmo, senza darti obiettivi e scadenze irraggiungibili o altamente stressanti.
Pianifica le tue azioni, avendo chiaro in mente quali sono le tue possibilità, gli impegni e le energie necessarie, definisci accuratamente i passaggi utili per portare a termine i tuoi progetti.
E non dimenticare di dare il giusto valore anche alle pause e al tempo libero: è tempo prezioso per recuperare energia. Ogni tanto va bene godersi anche il vuoto e una giusta dose di noia, viversi con meno senso di colpa la tendenza a procrastinare e abbandonare la pretesa di essere un perfetto stacanovista multitasking.
Come abbiamo avuto modo di vedere in questo articolo, il rapporto che hai con il tempo determina una serie di conseguenze pratiche ed intime sulla vita di tutti i giorni; inoltre può influire sulla qualità percepita delle tue esperienze.
Spesso hai la sensazione di essere sopraffatto da troppi impegni e di non avere abbastanza tempo da poter dedicare a te stesso o alle tue passioni. Questo rapporto con il tempo può essere fonte di stress e frustrazione.
Altre volte ti senti come bloccato in un passato che non potrà tornare, ma in cui sono successe cose troppo importanti da riuscire ad accettare di doverle lasciar andare con serenità.
O ancora, talvolta ti approcci al futuro con fare ansioso, temendo quello che sarà. Perché nella tua fantasia non potrà essere altrimenti che catastrofico.
Il rapporto con il tempo è spesso motivo di richiesta d’aiuto. Affrontare e in caso risolvere il rapporto problematico che hai con il tempo vuol dire trovare una modalità più soddisfacente di gestire questa risorsa, per migliorare la tua vita e le tue relazioni.
Non sottovalutare questo argomento, se hai bisogno puoi rivolgerti a me e ne parleremo insieme per capire come posso aiutarti. Compila il form e contattami subito: