The Social Dilemma: internet, dipendenza e salute mentale

The Social Dilemma viene presentato sul sito ufficiale di Netflix come un “ibrido tra dramma e documentario”. In poco più di un’ora e mezza, alcuni esperti della Silicon Valley lanciano l’allarme sull’influenza pericolosa dei social network che loro stessi hanno creato.
Come utilizziamo i social durante la giornata? Facebook, Instagram e Pinterest come riescono ad influenzare le nostre scelte? Twitter e Tik Tok come fanno a leggerci nel pensiero? Google e Youtube stanno modificando le nostre abitudini? Oltre quale limite l’utilizzo dei social network diventa patologico?
Vediamo insieme alcuni passaggi fondamentali del documentario e cerchiamo quindi di rispondere a queste domande.
I SOCIAL NETWORK FANNO MALE?
“Niente di grande entra nella vita dei mortali senza una maledizione”
Sofocle
Chi ha contribuito alla nascita dei social network ha sempre pensato si trattasse di qualcosa di buono, una risorsa al servizio del bene. Ma qualcosa ad un certo punto non ha più funzionato. Si è creato un corto circuito nel sistema. Ed è per questo che in molti hanno abbandonato quei progetti, assaliti da dilemmi etici.
I social hanno fatto cose importanti, non si può negare: hanno riunito ed avvicinato famiglie, hanno messo in contatto persone che stavano cercando una soluzione ai loro problemi.
Ci sono stati cambiamenti significativi e sistemici in tutto il mondo grazie a queste piattaforme, ma siamo stati ingenui riguardo al rovescio della medaglia.
Nessuno aveva previsto le possibili conseguenze negative, ma non c’è qualcuno che possa essere additato come colpevole. Il problema è altrove, lo scopriremo insieme durante la visione di The Social Dilemma.
Dipendenza, isolamento, attacchi informatici e fake news, depressione, dismorfia da snapchat e aumento degli interventi chirurgici. Sono questi i principali effetti negativi dell’utilizzo incontrollato di queste piattaforme.
Sembra che il mondo stia impazzendo.
Siamo tutti sotto effetto di un incantesimo?
100 MOTIVI PER CANCELLARE SUBITO I TUOI ACCOUNT SOCIAL
Nel mondo ideale e perfetto dei social non si vendono più prodotti. Gli utenti stessi delle piattaforme sono i prodotti sui quali le grandi aziende investono, pagando a facebook e company la loro attenzione tramite inserzioni.
“Se non stai pagando per il prodotto, allora il prodotto sei tu”
Tu ti iscrivi, attratto dal servizio gratuito, e loro intanto studiano il modo migliore per tenerti incollato allo schermo.
Ecco il mondo della pubblicità 2.0.
Lo scopo è cambiare cosa fai, chi sei, indurti a comprare i loro servizi e i loro prodotti. E per fare questo è necessario fare grandi previsioni sulle tue azioni, possedendo molti dati sul tuo conto: questo nuovo tipo di mercato si basa sul cosiddetto capitalismo della sorveglianza e prevede un illimitato monitoraggio delle persone.
“È il graduale e impercettibile cambiamento del tuo comportamento e della tua percezione ad essere il prodotto”
Jaron Lanier
Tutto quello che facciamo online viene osservato, tracciato, valutato e registrato. Quali immagini e video guardiamo e per quanto tempo, come stiamo, cosa cerchiamo. I mi piace che lasciamo ai nostri amici, i luoghi che frequentiamo, le persone che sono accanto a noi.
Hanno più informazioni di quanto si sia mai creduto possibile.
L’ARTE DELLA PERSUASIONE
Come siamo arrivati a questo punto? Come è successo che ad oggi la connessione online è diventata basilare, soprattutto tra i più giovani?
Grazie a The Social Dilemma scopriamo che le figure chiave delle aziende social più importanti hanno frequentato il Laboratorio di tecnologia persuasiva della Standford University. Durante questo corso hanno imparato come si può usare tutto ciò che conosciamo sulla psicologia della persuasione e applicarlo poi alla tecnologia.
In questo modo hanno sviluppato le strategie più utili per stimolare la voglia di prendere il cellulare in mano e scoprire cosa ha di nuovo da mostrarci. La voglia di scrollare la bacheca e aggiornare la pagina nei momenti di noia, il bisogno di leggere la nuova email non appena arriva la notifica, rispondere ai commenti e così via.
In poche parole: portare gli utenti a fare ciò che le aziende desiderano, per fare più soldi.
Influenzare il nostro comportamento e le nostre emozioni nella vita reale, senza che ne siamo consapevoli. Manipolarci con una sufficiente dose di dopamina: l’ormone dell’euforia, legato al piacere e al meccanismo della ricompensa, alla base delle dipendenze.
“Ci sono solo due industrie che chiamano i loro utenti clienti, le droghe illegali e i software”
Edward Tufte
Il nostro imperativo biologico primario è quello di connetterci con gli altri, raggrupparci, vivere in comunità e perpetrare la specie, sentirci parte di un gruppo ed essere accettati.
I social si basano su questo bisogno e soddisfacendolo tendono a creare dipendenza.
DIPENDENZA DA SOCIAL NETWORK
Quante ore credete di trascorrere al cellulare? Avete mai controllato?
I social sono sviluppati per essere capaci di prendere il controllo dell’autostima e dell’identità delle persone. Ci spingono ad essere sempre più interessati a ciò che pensano di noi i nostri contatti, a fare sempre di più per ricevere approvazione sociale ogni cinque minuti. Ci propongono un’idea di perfezione percepita, ricompensata dai like e dai commenti di approvazione.
La popolarità che regalano è però finta, fragile, a breve termine.
Ci lascia più soli e bisognosi perché “ne vogliamo ancora, sempre di più”.
I social sono accessibili da smartphone dal 2009, non pare quindi un caso se tra il 2011 e il 2013 è stato stimato un incremento significativo e allarmante di casi di depressione, ansia, autolesionismo e suicidi tra i giovani americani.
Li chiamano generazione z, sono i bambini nati dopo il 1996. Sono la prima generazione della storia ad essere approdata sui social media alle scuole medie. Sono giovani meno propensi a correre rischi: sono in pochi a prendere la patente, pochi quelli che hanno avuto relazioni amorose o appuntamenti. Lo smartphone è un “ciuccio digitale” per quando si sentono soli e a disagio, ma in questo modo non sono più capaci di affrontare le normali sfide quotidiane.
La tecnologia è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, mentre i nostri cervelli non si sono evoluti affatto e dal punto di vista mentale e fisico probabilmente non subiremo cambiamenti epocali.
L’intelligenza artificiale sta così governando il mondo.
Gli algoritmi controllano noi più di quanto noi controlliamo loro, sanno tutto di noi e possono anticipare ogni nostra mossa.
Non è un gioco ad armi pari.
COME REGOLARE LA NOSTRA PRESENZA SUI SOCIAL
Viste le premesse, cosa possiamo fare per prevenire gli effetti collaterali di un uso scorretto di questi mezzi?
Ho qui per te alcuni suggerimenti.
La soluzione ovviamente non è radicale.
Non ti chiederò di cancellare i tuoi account.
Ti invito, invece, ad un uso più consapevole e attento di questi strumenti, adottando alcune semplici accortezze.
1. Utilizza un timer per controllare e limitare il tempo che trascorri sui social: decidi quando e quanto vuoi essere connesso ogni giorno.
Quando scatta l’ora X fai partire il timer e concentra la tua attività social in quel periodo. Usa quel tempo per connetterti con i tuoi amici, vedere le ultime novità in bacheca, postare i tuoi contenuti. Quando suona l’allarme esci dagli account e dedicati ad altro fino al giorno successivo.
2. Disattiva le notifiche: quelle delle email, di facebook, di instagram.
In questo modo sarai certo di non distrarti continuamente mentre sei a lavoro o a cena con gli amici. Goditi la vita reale!
3 . Non portare lo smartphone in camera da letto: il cellulare è uno dei peggiori nemici del buon sonno.
Evitare l’utilizzo del dispositivo e di conseguenza anche delle app social almeno due ore prima di andare a dormire ti garantisce una lunga e soddisfacente notte di riposo.
Diverso è se usi app o sei online per lavoro o per necessità, come consulenze o formazione.
In questo caso ti rimando a dei suggerimenti specifici su smart working e consulenze online che trovi in un approfondimento precedente.
Per qualsiasi dubbio o curiosità, puoi lasciarmi un commento o contattarmi in privato.