Famiglie Omogenitoriali: cosa ci dice la scienza

Nel 2021 è davvero riduttivo parlare unicamente di famiglia. Trovo invece più comprensivo e completo parlare di famiglie, al plurale. Accettando e mettendo in luce così una ricchezza di storie e possibilità. In particolare, in questo articolo vediamo più nel dettaglio l’esperienza delle cosiddette famiglie arcobaleno, le famiglie omogenitoriali o omoaffettive.
Una famiglia omogenitoriale è una famiglia in cui i genitori, che crescono ed amano il loro bambino, sono dello stesso sesso. Se la cosa vi reca qualche fastidio, allora è il caso che leggiate questo approfondimento.
QUALI POSSIBILITÀ PER LE COPPIE OMOSESSUALI CHE DESIDERANO DIVENTARE GENITORI
Le famiglie con figli nati in precedenti relazioni eterosessuali sono la tipologia familiare omogenitoriale più diffusa nel nostro paese, tenendo presente che in Italia adozione e tecniche di procreazione assistita sono vietate.
La sentenza 162 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto al ricorso a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) eterologhe, in caso di diagnosi di patologia che sia causa di sterilità o infertilità assoluta. Tuttavia, lasciando in vigore il divieto di fecondazione eterologa e surrogacy (la cosiddetta maternità surrogata o gestazione per altri) per i single e le coppie omosessuali.
A questi resta aperta la strada della PMA transfrontaliera: single e coppie omosessuali si sottopongono a terapie di pma o concepiscono in un paese diverso da quello di origine, dove queste pratiche sono legalmente riconosciute.
Nel nostro paese, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2006 erano circa 100.000 i bambini con almeno un genitore omosessuale. Un successivo censimento ISTAT del 2011 ci dice che su circa 7.500 famiglie con coppie composte da persone dello stesso sesso solo il 7% di queste ha figli.
LE CRITICHE PIÙ FREQUENTI ALLE FAMIGLIE OMOGENITORIALI
Le perplessità e le critiche che più di frequente vengono espresse rispetto alla genitorialità delle famiglie omoaffettive sono le seguenti:
- Le relazioni omosessuali sono caratterizzate da instabilità e promiscuità, pertanto non possono garantire la continuità e la sicurezza che la crescita di un bambino richiede.
- I figli di persone omosessuali hanno maggiori problemi psicologici rispetto a quelli dei genitori eterosessuali. Hanno inoltre maggiore probabilità di essere a loro volta omosessuali.
Vediamo cosa dice a riguardo la ricerca.
QUALI SONO LE CONSEGUENZE SULLO SVILUPPO DEI BAMBINI CRESCIUTI IN FAMIGLIE OMOGENITORIALI
Le prime ricerche sull’omogenitorialità sono state condotte negli anni ’70, e avevano come obiettivo quello di valutare le competenze genitoriali e gli esiti di sviluppo nei figli di madri lesbiche.
In quegli anni, infatti, molte donne lesbiche, precedentemente sposate con uomini, si ritrovarono a lottare in tribunale per mantenere la custodia legale dei propri figli dopo aver divorziato dal partner.
Quali sono le conseguenze sullo sviluppo per i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali?
Più corretto, in realtà, chiederci se conseguenze ce ne sono.
Ecco di seguito i risultati più interessanti e rilevanti, dimostrati da ricerche internazionali condotte dalla fine degli anni ’70 fino ad oggi:
- Crescere con genitori omosessuali non aumenta la possibilità di diventare omosessuali a propria volta: non si riscontrano evidenze scientifiche per cui l’orientamento sessuale dei genitori influenzerebbe lo sviluppo dell’identità sessuale dei figli. I figli di genitori omosessuali non sono più a rischio, rispetto ai figli di genitori etero, di manifestare confusione rispetto alla propria identità sessuale, comportamenti inappropriati al ruolo di genere, psicopatologia, sviluppo di un orientamento omosessuale.
- La famiglia omogenitoriale è differente rispetto a quella eterogenitoriale, ma solo per ciò che concerne lo stile di crescita: i figli di omosessuali, infatti, crescono meno condizionati dai modelli culturali dominanti sulla sessualità rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Inoltre, le coppie omosessuali si dividono le responsabilità di cura dei bambini in modo più equo rispetto a quelle eterosessuali. Si riscontra una divisione più paritaria e la cura dei figli risulta maggiormente equi-distribuita e meno stereotipata rispetto alle coppie eterosessuali.
- Nello sviluppo sociale e psicologico, i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali sono paragonabili ai bambini cresciuti con genitori eterosessuali: L’orientamento sessuale dei genitori non pare influenzare la qualità della genitorialità né il benessere psicologico e lo sviluppo socio-emotivo dei figli. Negli studi a lungo termine non sembrano esserci conseguenze negative sullo sviluppo sociale ed emotivo degli adolescenti cresciuti senza padre. I bambini non manifestano particolari problemi per quanto riguarda il benessere fisico e mentale, l’adattamento e la relazione con le madri. Gli adolescenti, inoltre, ottengono punteggi più elevati in relazione alle competenze sociali e al rendimento scolastico, e punteggi significativamente inferiori per ciò che riguarda la presenza di problematiche sociali, comportamenti trasgressivi o aggressivi rispetto ai loro pari.
- Nessuna evidenza che i bambini necessitino di una madre e di un padre per crescere bene: ciò che conta è la qualità delle cure genitoriali ricevute. I dati disponibili rivelano che i bambini cresciuti da gay e lesbiche, nonostante le discriminazioni a cui sono continuamente sottoposti, seguono i percorsi di sviluppo attesi. Non c’è nessun motivo per affermare che gay e lesbiche siano genitori meno adeguati a causa del loro orientamento sessuale, né questo può essere fattore determinante in merito all’affidamento o adozione.
IN CONCLUSIONE
Il vero pericolo per la nascita e lo sviluppo di queste famiglie è rappresentato unicamente dall’ignoranza e dai pregiudizi. Genitori e figli vanno incontro, purtroppo, ad episodi e vissuti di stigmatizzazione frutto di una cultura pregna di stereotipi e paura per ciò che è diverso da sé. È frequente che si vada incontro a commenti apertamente ostili, giudizi svalutanti anche da parte di figure professionali come medici, insegnanti e ahimè psicologi.
Prese in giro, domande fastidiose, violenza e atti di bullismo sono purtroppo all’ordine del giorno.
Cosa può proteggere madri, padri e figli da questi rischi?
Una comunicazione aperta e corretta su temi dell’affettività e delle relazioni in tutte le famiglie e nelle scuole, l’esposizione e l’incontro con la diversità – di ogni tipo e in ogni contesto – e la ricchezza di forme meno abituali di famiglie. Ricordando sempre che la ricerca, e quindi non una semplice opinione, ha chiaramente indicato che per uno sviluppo sano del bambino le dinamiche familiari sono più rilevanti della sua stessa struttura, e che il genere e/o l’orientamento dei genitori, così come il metodo di concepimento, non sono determinanti per lo stesso.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, vi lascio il link alla pagine del sito sito delle Famiglie arcobaleno, dove potete consultare un pdf con un’ampia rassegna dei principali studi scientifici al riguardo:
http://www.famigliearcobaleno.org/it/informazioni/studi-e-ricerche/