Il Museo delle Relazioni interrotte: come superare la fine di una relazione

Oggi voglio suggerirti un esercizio utile per superare la fine di una relazione, lo farò parlandoti del Museo delle Relazioni Interrotte. Ho scoperto questo luogo qualche anno fa durante un viaggio e mi ha davvero colpito. Se non lo conosci ancora questa è l’occasione giusta per sapere di cosa si tratta.
IL MUSEO DELLE RELAZIONI INTERROTTE
Il Museo delle Relazioni interrotte è una piacevole e curiosa sorpresa nel cuore del centro storico della città di Zagabria. Questo inusuale spazio artistico è nato da un progetto di Olinka Vištica e Dražen Grubišić. I due artisti croati – lei produttrice cinematografica e lui scultore – al termine della loro relazione durata quattro anni si ritrovarono a scherzare insieme immaginando la nascita di un museo che ospitasse gli oggetti più rappresentativi della loro relazione fallita. Negli anni l’idea divenne qualcosa di concreto e serio, così iniziarono a chiedere anche ai propri amici di donare oggetti-ricordo delle loro relazioni finite, fino a dare vita nel 2006 ad una vera e propria collezione, esposta al pubblico per la prima volta nella Gipsoteca cittadina, in occasione del 41º Salone d’arte di Zagabria.
La collezione ha girato poi quasi tutto il mondo tra il 2006 e il 2010, impegnando gli artisti in un tour mondiale con esposizioni in Argentina, Bosnia-Erzegovina, Germania, Macedonia, Filippine, Serbia, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Oltre 200.000 persone hanno avuto il piacere di scoprire questa bizzarra esposizione e di contribuire alla stessa donando nuovi oggetti.

La sede permanente del Museo fu aperta nell’ottobre del 2010, in uno spazio di 300mq nel centro della parte alta di Zagabria, divenuto oramai una meta popolare fra i turisti che arrivano in città. In quello stesso anno il Museo delle Relazioni interrotte ha vinto il premio Kenneth Hudson conferito dal Forum dei Musei Europei (EMF) come progetto museale più innovativo e audace in Europa:
«Il Museo delle relazioni interrotte favorisce la discussione e la riflessione non solo sulla fragilità dei rapporti umani, ma anche sulle circostanze politiche, sociali, e culturali che circondano le storie raccontate. Il museo rispetta la capacità del pubblico di comprendere più ampie questioni storiche, sociali inerenti a diverse culture e identità, e fornisce una catarsi per i donatori su un livello più personale»
Dal 2016 esiste anche una filiale, aperta a Los Angeles, ed il Museo è anche un libro in cui sono raccolti gli oggetti più curiosi e rappresentativi della collezione.
UN MUSEO TERAPEUTICO
Questo Museo è uno spazio pensato e realizzato per custodire e condividere le storie, talvolta strazianti, e gli oggetti che parlano della vita di chi li ha posseduti e di tutti noi. “È un museo su di te, su di noi, sui modi in cui amiamo e perdiamo.” si legge sul sito ufficiale del Museo.
Il Museo delle Relazioni interrotte si presenta come uno spazio essenziale e pulito, in cui facilmente balzano all’occhio gli oggetti esposti. Gli oggetti, di ogni tipo, sono donati da cuori infranti: libri, pupazzi, lettere, dischi, abiti e addirittura protesi ortopediche! Tutti questi oggetti comuni rappresentano ricordi preziosi carichi di emozioni, come tali degni di essere esposti in un museo e condivisi con il mondo intero.
Chi ha donato qualcosa ha potuto certamente appagare il suo bisogno di sapere che la storia terminata non è andata persa per sempre, che le emozioni che ha provato non sono state inutili. Il museo ha permesso a queste persone di non distruggere una parte del proprio passato, ma di trasformarla, per recuperare la componente positiva della storia terminata e l’affetto che le ha tenute legate alle persona che amavano, ha permesso ad ogni singolo “donatore” di restituire una dignità al tratto di strada percorso insieme all’altro.

ESERCIZIO – LA SCATOLA DEI RICORDI
Ma non solo relazioni d’amore. Al termine di un’amicizia importante, quando cambiamo lavoro e colleghi, quando ci trasferiamo in una nuova città, quando perdiamo una persona cara: in tutte queste situazioni chiudiamo un percorso, salutiamo il passato per aprirci al futuro.
Ed ogni volta ci ritroviamo con un bagaglio carico di ricordi e spesso di oggetti che danno forma concreta alla porzione di vita condivisa con l’altro. Il primo desiderio potrebbe essere quello di disfarci subito di ogni cosa, guidati dalla fantasia “magica ed onnipotente” di poter resettare tutto, liberare il nostro cuore e andare avanti dimenticando per sempre e il prima possibile la persona o la situazione perduta. Innanzitutto, accettiamo l’idea che questo non è possibile. Che abbiamo bisogno di un tempo, fisiologico e diverso per ciascuno di noi, per elaborare questa rottura, per dare ciò tempo a noi stessi di curare le ferite, per prepararci ad una nuova vita.
Sul presupposto che ogni storia è diversa da un’altra, che non esiste una ricetta adatta a tutti, voglio comunque suggerirti un piccolo esercizio che ha funzione di “rito” di passaggio e spero possa aiutarti ad affrontare con maggiore serenità la fase di cambiamento che stai vivendo.
Costruisci una scatola dei ricordi
Ti invito a svolgere questo esercizio in un luogo e in un momento in cui sei certo di non essere disturbato. Spegni il cellulare e dedica la tua attenzione a questo rito.
Scegli una scatola di piccole o medie dimensioni, o se preferisci crea una cartella virtuale sul tuo computer, e in questa raccogli tutto ciò che resta della relazione terminata.
Se si tratta di una relazione d’amore, per esempio potresti archiviare:
i biglietti di mostre, film, concerti visti assieme
i regali ricevuti per le occasioni importanti
gli oggetti della vostra quotidianità insieme
le foto con lui/lei che tieni in camera
i libri che ti aveva prestato
il cd con la raccolta delle vostre canzoni preferite
la maglietta che indossavi al vostro primo appuntamento, ma che ormai non metti più da anni

Se invece vuoi salutare il tuo vecchio lavoro potresti chiudere nella scatola per esempio:
la copia del vecchio contratto
le chiavi del tuo armadietto
le fotografie e gli oggetti di cancelleria che avevi sulla scrivania
il badge di riconoscimento
i post it della collega di scrivania
i pass dei convegni e delle formazioni a cui hai preso parte
Prendi uno ad uno questi oggetti, ripercorri i ricordi che portano con sé e poi separatene. Riponi con cura gli oggetti nella scatola uno ad uno. Prima di chiuderla, prendi carta e penna e scrivi di getto una lettera. Saluta il tuo passato, la tua vecchia te e ciò da cui ti stai separando. Ringrazia per ciò che è stato, tra i sorrisi e le lacrime, e ferma nero su bianco le tue emozioni. Riponi anche la lettera nella scatola e poi chiudila. Una volta terminato il rito scegli dove conservare il tuo piccolo bagaglio.
Fai in modo che sia un posto non sempre a vista, così da sfuggire alla tentazione di tornare spesso a riaprila. Sai che la scatola è lì, che i ricordi che contiene sono al sicuro e che d’ora in poi puoi guardare avanti certo di aver fatto posto al nuovo che sarà. Magari tornerai a riaprirla più in là, quando la ferita si sarà rimarginata e riuscirai a sentire affetto e nostalgia anziché rabbia e dolore.
Se vuoi prendere spunto per la tua scatola dei ricordi ti suggerisco di dare uno sguardo al sito www.lovestorage.it dove trovi una raccolta di scatole che raccontano di amori finiti. Magari potresti decidere di inviare anche una foto della tua una volta realizzata.
Se però vivi uno stato di malessere intenso legato alla fine di una relazione, se ti senti bloccato nel passato e non nutri alcuna fiducia nel futuro, se è trascorso molto tempo dalla rottura ma continui a soffrire come il primo giorno, potresti considerare l’ipotesi di rivolgerti ad uno psicologo per farti accompagnare in un processo di elaborazione e gestione di questo delicato momento.